La folle corsa verso Palazzo Chigi Non esageriamo. Pupi siamo…

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RENZI (1)Di Giovanni Percolla

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Non esageriamo. Pupi siamo, caro signor Fifì! Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti. Dovrebbe bastare, santo Dio, esser nati pupi così per volontà divina. Nossignori! Ognuno poi si fa pupo per conto suo: quel pupo che può essere o che si crede d’essere. E allora cominciano le liti! Ogni pupo, signora mia, vuole essere rispettato, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentar fuori.

Luigi Pirandello – Il berretto a sonagli

Quindi, ci siamo. Forse, con l’arrivo al governo, la frenetica corsa dell’ormai ex sindaco di Firenze si fermerà, risparmiando al popolo italiano la sua ossessiva presenza su tutti i mezzi di comunicazione. Ci si augura che ora si metta a lavorare per il bene del Paese (anche se immaginiamo che non accadrà). Una volta che tutto il can can si sarà calmato, sarà però il caso di rivedere al rallentatore le ultime giornate antecedenti il cambio al vertice del governo, perché non poche cose sono state quanto meno ambigue. Dal lunedì al giovedì dello showdown c’è stata una progressione di fatti e personaggi rispuntati per caso (per caso?) al cuore della cronaca.

Per ora ci permettiamo di fare alcune domande: Quarantott’ore di battage pubblicitario forsennato su tutti i canali tv e sui principali quotidiani di un libro, quello del giornalista americano Alan Friedman, sono giustificate dal contenuto delle cosiddette rivelazioni? E perché proprio ora? E perché araldo delle rivelazioni il Corriere della Sera? Il Presidente della Repubblica aveva bisogno di essere “ammorbidito” di fronte ad eventuali colpi di mano?

E come mai Friedman, le cui ultime cose di rilievo sono riferibili agli anni a cavallo tra prima e seconda Repubblica, torna sul proscenio proprio ora? C’entrano forse le annunciate privatizzazioni di settori non certo irrilevanti dell’economia italiana?

E perché, in quella che alla storia passerà come l’ultima intervista dell’ex presidente del Consiglio Letta c’è un accenno, neanche tanto velato, al conflitto di interessi? E come mai lo stesso Letta viene disarcionato dopo il viaggio nei Paesi arabi?

Come finirà la vicenda Alitalia?

E come verranno gestite le nomine ai vertici dei colossi di parastato in scadenza nei prossimi mesi?Ad occhi un po’ smaliziati insomma non di legge elettorale o di piccole vendette tra piccoli uomini di piccoli partiti si tratta, ma di giochi di maggior rilevanza, che rischiano di cambiare per sempre le coordinate della agognata ripresa economica del nostro Paese. E non siamo sicuri che il Fonzie di Rignano sia il deus ex machina di tutta la vicenda ma, forse, il nuovo pupo in mano di interessi superiori…

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